© Tsuru Zendo - Sezione di studi e pratica Zen dell'APS "Nel Centro"

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Zazen

Zazen è una parola giapponese composta dagli ideogrammi: “za" che significa essere seduti e “zen" che significa meditazione. Lo Zazen è l'arte giapponese della meditazione seduta, la pratica principale del Buddhismo Zen. Tradizione spirituale che ha plasmato maggiormente la cultura ed il pensiero giapponese insieme alle sue arti e discipline più celebri. Oltre ad essere uno dei principali riferimenti dei protocolli scientifici fondati sulla mindfulness. A differenza delle pratiche meditative che comportano il doversi relazionare con la dimensione ultraterrena, lo Zen, è una tradizione meditativa fondata sull'umano e la sua ordinaria dimensione quotidiana.

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Lo Zazen è una disciplina in grado di insegnare a questa umanità assetata di performance e di fretta a riconnettersi con le cose veramente importanti della propria esistenza. Lo Zazen ci riporta al qui ed ora, unica realtà esistente, dimora di tutto ciò che è fondamentale alla nostra felicità. Accettare le cose così come sono nel presente ci permette finalmente di orientarci e raggiungere i nostri obiettivi più significativi.

La meditazione Zen

La meditazione Zen è un quieto raccoglimento meditativo, una silenziosa adorazione della realtà in cui siamo immersi, in particolar modo della natura. Una contemplazione profonda che riunisce soggetto e oggetto nella loro intima fusione e reciproco annullamento. Una Via ben più profonda della meditazione nell'accezione comune del termine. Lo Zazen deve condurre al dischiudere l'occhio del cuore-mente allo scopo di penetrare nell'autentica e universale ragione dell'essere. Ciò che lo Zazen, persegue è una mente pura ma al di sopra del concetto convenzionale di puro ed impuro. La meditazione Zen è in grado di “ripulire" la nostra mente da idee, giudizi, astrazioni e concetti. Tuttavia non è annullamento dell'essere e quindi nichilismo ma la ricerca di una bellezza essenziale, immagine della natura originaria di tutte le cose, libera dalla sovrastruttura artificiale della civiltà e dei suoi costrutti mentali. Metafora del ritorno al vuoto primigenio che trascende ordine e caos.

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Straordinariamente ordinario

Quando sarà scomparsa ogni mistificazione su noi stessi allora saremmo in grado di percepire la realtà delle cose così come sono,nella loro (stra)ordinaria dimensione quotidiana. Perché, Non occorre andare a cercare lo straordinario quando l'ordinario, se osservato davvero, ha in sé tanto di sorprendente, di divino se vogliamo. Lo Zazen non dev'essere confuso con forme di edonismo che non comportano il minimo sforzo da parte dell'uomo. Tantomeno con la ricerca dell'estasi mistica attraverso l'ascetismo e la mortificazione del corpo. Un equilibrio fondato sull'insegnamento buddhista della via di mezzo: la pace dello spirito che deriva dalla giusta misura. Qualunque meditazione lo Zen proponga sarà sempre incentrata sul percepire le cose così come sono senza più il bisogno di rifuggire la realtà nella sua pura e semplice manifestazione.

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L'essenza dello Zen

Una volta fu chiesto ad un Maestro Zen:

“ Ti sei mai sforzato di disciplinarti alla verità?"

“ Sì l'ho fatto".

“ Come ti eserciti?".

“ Mangio quando ho fame, quando ho sonno dormo".

“ Questo è quanto ognuno fa; ma si può dire che gli altri si esercitino al modo in cui tu ti eserciti?".

“ No".

“ Perché no?"

“ Perché quando essi mangiano essi non mangiano, ma pensano a molte altre cose che li portano ad essere disturbati; quando dormono, essi non dormono ma sognano mille e una cosa. Questo è il motivo perché essi non fanno come me".

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Lo Zen come pratica

La meditazione Zen, lo Zazen, ha la particolarità di poter essere praticata senza dover aderire formalmente al culto buddhista. Nella filosofia Zen, la figura mistica del Buddha non assume qualità divine, ma rispecchia la natura potenzialmente illuminata dell'umanità. I cerimoniali religiosi, di venerazione, di commemorazione, i temi della trascendenza e della vita oltre la morte appartengono alla sfera devozionale che nel corso dei secoli si è unita all'insegnamento originario, consentendo al Buddhismo Zen di essere istituzionalizzato al pari degli altri culti esistenti. In principio il Buddha Gautama Siddhārtha non ha mai professato una religione che lo venerasse ma un metodo razionale e concreto per comprendere la sofferenza interiore, senza mai accennare alla vita oltre la morte, all'esistenza o meno dell'anima e altre questioni di fede. La meditazione Zen è un ritorno alla dimensione originaria del cuore-mente, non condizionata dalle nostre appartenenze culturali e religiose tanto da essere stata adottata come pratica quotidiana sia da scienziati atei che da sacerdoti cristiani.

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